La sensazione della carta, l’odore della colla.
Sono cresciuto tra i libri.
L’odore della carta e dell’inchiostro di libri stampati in epoche che non ho mai vissuto, ma che tramite essi mi si sono paventate, è uno di quei ricordi che suscitano in me un sorriso.
Un sorriso perché i libri sono stati miei compagni di vita in svariati momenti.
Ho letto per passione, per studio, per solitudine, per svago.
Libri scritti con caratteri minuscoli e linee fitte in cui mi s’incrociavano gli occhi o con infiniti spazi bianchi tra le righe.
Spazi in cui la mia fantasia volava, esulandomi dalla realtà esterna.
Una realtà non percepita da altri e proprio per questo un mondo che sentivo solo mio.
La lettura mi aiuta a superare i momenti di sconforto, nei quali la lontananza dagli affetti a me più cari pesa come un macigno insostenibile.
Non solo con la vista, ma anche con il tatto e l’olfatto, assaporo un libro che diventa un amico con cui potermi creare una via di fuga dalla realtà forzatamente percepita.
Il tic-tac della tastiera sembra come il metronomo dei miei pensieri, che invariabilmente fluiscono velocemente o lentamente a seconda che io scriva con trascinamento e ardore o in modo riflessivo e meditativo.
Tic-tac che scandiscono una frequenza su cui spero di riuscire a far vibrare la tua mente, con queste righe che stai leggendo.
In fondo in fondo siamo fatti di vibrazioni.
E quindi un bacio può arrivare anche attraverso le righe di una lettera.