Il basket a OZ

Dal nostro inviato a OZ

Dopo che venerdì sera lo “stadio olimpico polifunzionale” di OZ era stato inaugurato da una scialba amichevole tra locali, oggi uno scarno pubblico costituito da un unico annoiato spettatore in ciabatte, ha potuto assistere ad un avvincente partita di basket 3 contro 3 tra una agguerritissima squadra di mostri urlanti e parecchio maleodoranti ed una selezione italo-peruana.

L’attesa per il match è cresciuta nel corso della giornata odierna, tanto che al riscaldamento dell’attesissimo pivot Maurice McCandice, della selezione italo-sudamericana, proveniente dall’isola del Sole, hanno assistito tutti i più importanti personaggi presenti a OZ, tra cui lo spaventapasseri, l’uomo di latta e Dorothy.

 

basket

 

I disordini creatisi durante l’allenamento, con folla di mosche ronzanti e un gruppo di pecore che stavano per tosarsi a morsi, ha costretto gli organizzatori a imporre la chiusura delle porte dello stadio.

Un drappello di scarafaggi ha invano tentato una timida invasione di campo, venendo pero’ calpestato con estrema ferocia dal commissario Winchester.

L’assenza di belati e muggiti ha creato una strana atmosfera; sembrava che le due squadre giocassero nel deserto.

Il campo, non in perfette condizioni, non ha agevolato i giocatori.

Far rimbalzare la palla sulla sabbia ha creato non pochi problemi, costringendo entrambe le squadre ad adottare una tattica del tutto particolare: palleggiare il meno possibile.

Ma passiamo alla cronaca.

La selezione di mostri parte molto carica e grazie alla sua fisicità – in tribuna stampa ci si domandava se uno dei giocatori fosse un lupo mannaro, vista la serata di luna piena – e velocità, inizia alla grande, imponendo un ritmo inatteso alla partita.

McCandice e compagni partono un po’ arrugginiti e tentano di perfezionare una serie di schemi di attacco, nonchè di organizzare la difesa in modo tale da essere efficaci contro la maggiore fisicità e velocità degli avversari.

L’impegno profuso dagli italo-peruani non paga. I mostri si lanciano agguerriti su ogni pallone, sembrano sbucare da ovunque, e il risultato dà loro ragione.

Si va al riposo sul 29-21.

Un cammello, vagamente somigliante al rimpianto coach Chuck Daly, muggisce qualche consiglio prezioso: più difesa, meno virtuosismi in attacco per tentare la rimonta.

Spronati dall’imponenza della sua gobba e sospinti dalla sua coda che li ricaccia in campo come mosche, i 3 della italo-sudamericana rientrano in campo decisi a vendere cara la pelle.

La guardia Pietro Pistola sembra trasformarsi in John Stockton. Penetra, sfrutta i blocchi di McCandice che improvvisamente si muove con la stessa potenza di Karl Malone e segna a ripetizione dalla lunga distanza. Ricardo Do Santos Ribeiro Navidad Feliz y Sonrisa Hermosa de el Tercer Barrio de Lima sobre La Segunda Calle Justo Arriba de la Tienda de Pedro el Cansado detto Lulù, per ovvii motivi di spazio – sulla canotta aveva scritto RDSRNFySHdeTBdBsLSCJAdlTdPC 37, che sembrava il suo codice fiscale – si impegna con tutte le sue forze, attacca con decisione e segna canestri decisivi che portano la selezione italo-peruana alla rimonta fino al 29 pari.

Gli scarafaggi superstiti, eccitati e quasi svolazzanti, ritentano un’infruttuosa invasione di campo, venendo questa volta calpestati dalla foga dei giocatori.

La selezione mostruosa sembra stremata, non riesce più a segnare, perde un po’ di lucidità e inizia ad arrabbiarsi. Grida sempre più, si sforza a lottare sotto canestro, ma McCandice sembra Ganesh, ha braccia ovunque per poter aggrappare tutti i palloni che cadono a rimbalzo.

Lo sforzo dei mostri per vincere la partita è encomiabile.

Si lotta punto a punto, finchè un paio di penetrazioni del mostro Puzzone mettono la parola fine alla sfida.

39-37 per gli strani personaggi e tutti sotto la doccia.

Per qualcuno la prima da un paio di settimane a questa parte.

Una risposta a "Il basket a OZ"

  1. il racconto sembra errare la multimedialità disarmente di NBA JAM, si sente già la folla che inneggia al tipico “D-FENCE” urlato per sostenere i propri beniamini negli stadi americani, magari mangiando porcherie di ogni tipo e bevendo le birre più annacquate che puoi trovare in giro negli states. Si l’atmosfera è proprio la stessa e il profumo riesci a sentirlo solo nella parte più arida del mondo li dove un semplice odore ti accende la fantasia e il tele trasporto diventa realtà: palleggiare sul OZ camp, battere per un secondo le ciglia ..e ritrovarsi fianco a fianco ad MJ in NBA JAM, …solo lì!!!

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